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Mercoledì 4 Aprile 2007

Cassano - Salvatore Gisonna : " Un bravo comico deve essere un acuto ossrvatore ".


Cassano ha da poco il suo Teatro. Una nuova realtà a cui tutti i suoi cittadini stano provando ad adeguarsi. Cosa ne pensa della nostra terra di Calabria, di Cassano e del suo teatro?
Il Teatro è meraviglioso, l’ho detto anche prima durante lo spettacolo. Magari ci fossero sempre posti così dove potersi esibire. È stata una “figata” pazzesca. Già solo il colpo d’occhio quando sono entrato è stato meraviglioso, poi quando si è aperto il sipario e vederlo pieno è stato ancora più bello. Devo dire la verità: io mi sono divertito tantissimo stasera. Chi si diverte prima è sempre l’artista quindi… Io in Calabria lavoro spesso, soprattutto d’estate mi sono sempre trovato bene. Tranne la Salerno – Reggio Calabria, che come dicevo prima durante lo spettacolo, è una tragedia, dovete fare il servizio elicotteri per venire qua. Sarebbe molto meglio.
Quali sono state le ragioni che l’hanno spinta ad accettare l’invito del presidente del Circolo Cinematografico Cinema Calabria, Luca Iacobini?
Sicuramente Luca si è posto benissimo nei miei confronti, inoltre mi è stato presentato da un mio carissimo amico: Pasquale Falcone con il quale ci conosciamo da 20 anni e mi aveva assicurato che era un bel teatro, una bella situazione e io gli ho dato credito e ho fatto benissimo.
Cosa la faceva ridere prima di iniziare lei stesso a far ridere gli altri?
Io mi definisco un buon osservatore. Probabilmente chiunque fa il comico e fa il mio genere di cabaret: un monologo sulla satira di costume osserva. Come dico durante lo spettacolo io osservo soprattutto le incoerenze che ci sono nel mondo con le quali purtroppo siamo costretti a convivere. Quelle stesse incoerenze che ci sembrano la normalità ma che alla fine non lo sono. Miro a fare uno spettacolo in cui le persone si possono rivedere e dire: “Mah quello che dice questo è proprio vero!”.
Secondo lei è un luogo comune che tutti i napoletani sappiano far ridere o in qualche modo aiuta davvero?
Il fatto di essere napoletano, devo dire la verità, aiuta perché la cadenza risulta, comunque, simpatica, lo riscontro in tutta Italia. Devo dire la verità che all’inizio mirato a farlo in italiano lo spettacolo poi ci fu un grosso impresario del nord che mi disse: “Ma tu sei napoletano? E devi parlare napoletano facendoti capire” e quindi per questo motivo ho deciso di lasciare il dialetto e renderlo comunque comprensibilissimo. Si, sicuramente, essere napoletano è un arma in più anche se poi lo spettacolo deve essere fatto di testi che devono essere appropriati.
Può anticiparci qualche progetto per il futuro?
A metà mese sono in televisione con il “Nuovo Senior Show” che dopo dieci anni torna. Abbiamo già registrato un po’ di puntate, io sarò in 20 di queste e poi dovrei fare un film a breve.
E tornare a Cassano c’è fra questi progetti?
Chiamatemi che io sicuramente risponderò all’invito con estremo piacere.

 

Caterina La Banca

 

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